Con la dicitura “Programmazione Semantica Conversazionale” si intende quel linguaggio di programmazione del prompt basato sul linguaggio naturale, attraverso il quale è possibile progettare e/o ingegnerizzare un Bot (o programma semantico) all’interno dell’input di un modello linguistico generativo (per esempio GPT di OpenAI, Claude di Anthropic o Gemini di Google) con lo scopo di ottenere uno specifico output desiderato.
Per dirla con parole un po’ più semplici, si tratta di un approccio razionale alla scrittura del prompt. Con questo approccio particolare, che tiene conto di una serie di fattori specifici, si tenta di incanalare il flusso semantico delle parole che diamo in pasto alla macchina, in modo che l’algoritmo che le riceve possa facilmente individuare la conoscenza pregressa catturata dai parametri della rete durante l’addestramento e portarla direttamente verso l’output desiderato.
Un programma semantico è quindi un prompt ben scritto che individua un interlocutore preciso e tutta la sua conoscenza, e gli assegna un compito con delle istruzioni precise. Seguendo i principi dell’imbuto semantico e dell’imbuto semantico inverso, la macchina individua le informazioni utili e le indirizza verso la risposta.
Questo ci consente non solo di ridurre al minimo il rischio di allucinazioni, fin quasi ad azzerarlo, ma ci permette di ottenere degli output precisi, completi, di gran lunga più informativi e strutturati di quanto potremmo ottenere con qualsiasi altra tecnica di prompt design nota.
Seguendo poi un approccio articolato attraverso la combinazione dei compiti, la cooperazione, l’interazione e la divergenza dei bot, si possono ottenere procedure complesse che ci permettono di affrontare problemi avanzati e pianificare strategie di azione. Si va ben oltre la produzione di semplici contenuti, dunque, per affrontare l’ideazione e la programmazione di qualsiasi progetto.
A chi può servire:
Considerata la portata della rivoluzione in atto, potenzialmente a tutti. E’ un po’ come imparare a usare Google nei primi anni del 2000. All’epoca, avendo tutti una libreria piena di libri in casa, ci chiedemmo a cosa dovesse mai servire questo “motore di ricerca sul web”. Oggi è sotto gli occhi di tutti. Non conosciamo quale sarà l’evoluzione di questa novità, quello che sappiamo è che dobbiamo apprenderla e impararla perchè ormai influirà sulle nostre vite.
Nello specifico, invece, la Programmazione Semantica e il Prompt Engineering in generale (questo Corso affronta il tema in modo molto ampio) servono già ora a chiunque produca contenuti: che siano di intrattenimento o documenti aziendali, speech o script, slide o email, scritti descrittivi o persuasivi, in ogni caso quello dell’intelligenza artificiale è un boost del quale non si potrà più fare a meno. Anche perché – seppure volessimo noi tenercene lontani – resteremmo indietro rispetto a tutta la concorrenza, che tenderebbe a fare il triplo delle cose nella metà nel tempo rispetto a noi. E, spesso, a farle anche meglio.
Le nuove tecnologie, inoltre, consentono già adesso una analisi avanzata dei dati che rappresenta una guida preziosa per chiunque debba prendere delle decisioni informate e basate sui fatti. La comodità di prendere dei dati grezzi e ottenere dei grafici ragionati in una manciata di secondi, semplicemente chiedendolo in italiano al nostro assistente virtuale, è impagabile per qualsiasi professionista o dirigente.
Se tutto questo ti spaventa, se non hai la più pallida idea di quello che sto dicendo e se non conosci la terminologia perchè sei sopraffatto da questa ondata di concetti nuovi, invasivi e incomprensibili, procedi senza indugi all’acquisto di questo Corso: il modulo di Alfabetizzazione ti guiderà piano piano, con le prime 5 ore di lezioni, partendo da una breve storia dell’intelligenza artificiale fino al prompt design moderno. Con il resto del Corso affronterai procedure avanzate e arriverai ad essere un programmatore semantico esperto, utilizzando l’intelligenza artificiale come un professionista.